Una dieta personalizzata è uno strumento importantissimo per rallentare la progressione dell’insufficienza renale cronica e per controllare alcune complicanze metaboliche che si verificano quando i reni non funzionano adeguatamente. Quanto segue è valido per i pazienti che sono in terapia conservativa, cioè che non hanno ancora iniziato la dialisi. La dieta nei pazienti in dialisi va adeguata in maniera diversa.
Con la dieta possiamo agire sotto molti punti di vista, però va sottolineato il concetto che la dieta va personalizzata perché va adattata in base a molti parametri, tra cui ricordiamo:
- grado di insufficienza renale
- parametri nutrizionali del paziente (peso, indice di massa corporea)
- esami ematici: urea, sodio, potassio, calcio, fosforo, paratormone, colesterolo, trigliceridi, acido urico, proteine totali, albumina, proteinuria nelle 24 ore
- stato di idratazione e diuresi
- patologie concomitanti (per es il diabete)
- farmaci (per es diuretici, Ace inibitori, anticoagulanti)
- stile di vita e gusti alimentari
Come suggerito nelle linee guida della Società italiana di nefrologia, nell’insufficienza renale cronica (attenzione si parla di pazienti non in dialisi) si raccomanda una dieta ipoproteica, cioè con una ridotta quantità di proteine. La quantità di proteine va adeguata paziente per paziente, però generalmente si tende a prescrivere circa 0.7- 0.8 gr di proteine per Kg di peso corporeo. Le calorie complessive in una persona normopeso devono essere circa 30-35 Kcal/kg di peso da adeguare anche in base anche all’età e allo stile di vita. La distribuzione degli alimenti deve essere correttamente bilanciata, quindi il 60% delle calorie deve essere introdotta con glucidi complessi e circa il 30 % con lipidi. La quantità di alcuni elementi come il potassio e il fosforo dev’essere adeguata in base ai rispettivi valori ematici. La quantità di sodio dev’essere ridotta nei pazienti con ipertensione arteriosa.
Spesso per non superare la quantità di proteine prestabilita è necessario utilizzare dei prodotti aproteici (pasta, pane, fette biscottate, biscotti e altri) che vengono distribuiti nelle farmacie a seguito di una prescrizione del nefrologo o del dietista e si usano al posto degli analoghi prodotti normali.
L’uso di questi prodotti permette di limitare l’introduzione di proteine senza limitare quello di proteine “nobili” della carne, del pesce o del latte.
Lo scopo della dieta ipoproteica è di:
- ridurre i livelli nel sangue di urea, fosforo e paratormone
- ridurre l’acidosi metabolica e il potassio.
- un possibile rallentamento della progressione dell’insufficienza renale (anche se su quest’ultimo punto ci sono dati e pareri discordi)
Vista la complessità dei parametri da valutare è opportuno che ogni paziente con insufficienza renale cronica, specie nelle fasi più avanzate della malattia, venisse seguito da un nefrologo e da un dietista sia per la prescrizione iniziale sia per i suoi successivi adattamenti.
Brevemente riportiamo sotto gli alimenti da limitare o evitare nei casi di elevati livelli di potassio e di fosforo.
Potassio: alcuni tipi di frutta come banane, datteri, kiwi, frutta secca (noci, arachidi, fichi secchi), castagne, alcuni vegetali o ortaggi come spinaci, patate, funghi, pesci come salmone, sgombro e trota.
Fosforo: i formaggi in generale tranne mozzarella e ricotta, il tuorlo d’uovo, noci secche.
note: il dottor Carta effettua visite specialistiche nefrologiche presso l’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Clicca su questo link per prenotare una visita nefrologica.